mercoledì 28 marzo 2012

UNA SPECIE DI MAKE-UP!

MARESCA GAMBINO PRESENTA IL SUO LABORATORIO DI MAKE-UP SPECIALE CINEMATOGRAFICO CON DIMOSTRAZIONE IN DIRETTA. IN QUESTA OCCASIONE SI PUO' ASSISTERE A UNA SESSIONE DI TRUCCO (ANCHE SU VOLONTARI), E DISCUTERE DEL WORKSHOP CON MARESCA GAMBINO.

Maresca Gambino è diplomata in scultura e si è specializzata in trucco cinematografico e teatrale - ha collaborato con diverse produzioni (non solo indipendenti), spettacoli e performances artistiche; alcuni dei suoi lavori sono visibili QUI.

Con i due fondatori della Specie di Spazio, Maresca ha collaborato per il progetto HASELWURM, in cui si è occupata di tutti gli effetti speciali e protesici, e che invitiamo, per chi non l'avesse ancora fatto, a visionare ed esprimere un parere.


Haselwurm from haslwrm production on Vimeo.

lunedì 26 marzo 2012

.vernissact.
di Andrea Parisi
impegnato in un dialogo con “Senza Peso” di Federico Fronterré,
grato per il confronto con David Chance Fragale e Andrea Riboni

Nel 1964, a 32 anni, Glenn Gould decide di eclissare se stesso e il suo pianoforte da quel proscenio che, ormai, percepiva come un diaframma invalicabile, un intoppo inserito maldestramente nel delicato e mutevole percorso di contemplazione e trasmissione dell’opera musicale. Libero dal contatto diretto con il pubblico, si dedica a stregonerie tecnologiche, tagliando e cucendo segmenti di nastro magnetico nel chiuso della sala montaggio di uno studio di registrazione, alla ricerca di artifici funzionali alla sua idea di “narrazione”.


Vernissact indirizza le scarpe del pellegrino volenteroso sulla prosecuzione di questo sentiero, che conduce alla scoperta di una discografia per voce solista non più intesa come momento-ombra, stazione di transito in vista del “poi” nobile dell’esibizione, bensì come terreno di discussione, occasione per un diverso modo di comporre.


 L’intento è quello di favorire l'esperienza di un incontro individuale con una musica pensata, fin dalla sua origine, lontana dal gesto esibito in pubblico e assemblata considerando l'approccio tattile a uno strumento dal forte immaginario cinetico, quale è la chitarra, come principio, scintilla che accende l’esca di un processo creativo di impronta plastica. Esso rifiuta l'obbligo della replica nei luoghi della performance per trovare un senso, non solo compiuto ma anche definitivo, nella dimensione fonografica che disgrega gli attimi del “suonare” e li ricompone su di una nuova linea significante.

Il gesto di Horovitz si trasforma in quello di Pollock e genera una musica materica, densa delle stratificazioni ritenute necessarie, che procede da un’unica sorgente acustica naturale ma viene raccontata tramite montaggi “cinematografici”. Cristallizzata su un’ideale tela di silicio predilige, in luogo della luccicante perfezione tecnica del suono, un ambiente più settico, ricco di giustapposizioni e suture, in nome di una drammaturgia dell’urgenza.


Ritrovare quella cinesi rinnegata sulle pareti di questa Specie di Spazio, incatenata “Senza Peso” negli scatti di Federico, ha reso particolarmente significativo l’allestimento di questa pesante, cementificata, anteprima. Si è trasformata, infatti, in una di quelle fortunate occasioni di dialogo che proiettano nuovi significati sulle opere e nei pensieri, e ci fanno sentire monadi privilegiate, sporadicamente provviste di porte e finestre.

sabato 17 marzo 2012

VERNISSACT


E' quasi alla fine questa sessione di raccolta fondi per la SPECIE DI SPAZIO, in realtà un buon motivo per metterci in gioco, io e Federico, che dopo lunga latitanza dalla ribalta, abbiamo deciso di investire su noi stessi - quantomeno per chiarire, e non sarà mai abbastanza, che il nostro spazio non è una galleria d'arte, nè un ente benefico, non un centro sociale o un passatempo,  ma un progetto artistico, che non si mette in competizione con nessuno se non con i suoi stessi fondatori. E poichè vive di rapporti, di conoscenze, di bisogni e di fantasie, incontra persone che aderiscono al suo concetto, lo adottano e promuovono, e ne divengono partecipi. Come Andrea Parisi e il suo VERNISSACT, ideale installazione work in progress, fatta di molteplici significati, che in questi giorni Andrea 'sperimenta' nella sede della nostra associazione per trovargli la giusta compiutezza, condividendola con le foto di Federico Fronterrè; da qui, un proliferare di connessioni fra un medium e l'altro, dialoghi che solo chi vuole indagare può scoprire, per poi dire la sua...
Venite a vedere e a testimoniare, siamo lì per conoscere quelli che diventeranno i nostri nuovi amici e a fronteggiare i nemici del futuro prossimo. Heil.


Chi fosse interessato ad approfondire VERNISSACT può, oltre che venire ad incontrare Andrea nella SPECIE DI SPAZIO, contattarlo tramite il sito dedicato al suo progetto, da leggere e ascoltare...
DCF

 

mercoledì 14 marzo 2012

OMBRE: PICCOLA CRONACA DAL FUTURO PASSATO


 Sarà un effetto del big crunch (ovvero l’esatto contrario del big bang, l’espansione dell'universo che, come molti hanno teorizzato, adesso ha cominciato a implodere su se stesso – big crunch, appunto), ma il viaggio a Prato, la performance nella Stanza Segreta, l’idea che mi ha dato l’evento OMBRE, perfino le persone presenti, mi hanno restituito un ricordo del mio passato, un’impressione di deja-vù, come se davvero il tempo, dopo essere arrivato alla sua massima tensione, stesse ripiegandosi e scorrendo all’indietro. E’ una bella e strana sensazione, per uno che ha trentatré anni e si avvicina alla propria crocifissione. 
In un mondo ipertecnologizzato, in cui sono i social network a farla da padrone, amministrando amicizie e frequentazioni, la Stanza Segreta si presenta come alternativa anacronistica; dipinti e fotografie, tentativi/tentazioni di installazione, atti performativi ibridi (parlo di quello che ho visto/fatto), lontani dall’algida rappresentazione dell’arte contemporanea, a cercare forse un’idea, un sentimento, una via per dire ciò che si vuol dire attraverso l’estemporanea accademica, dove conta di più la sigaretta di fine allestimento, magari in compagnia di qualcuno che si è appena conosciuto, dove la panca di legno fuori diventa il centro nevralgico di pacate(?) ubriacature e di dichiarazioni d’intenti – insomma, STANZA SEGRETA: OMBRE come proiezione oscura di una realtà che ho vissuto, che non c’è più, ma di cui, come un’ombra appunto, ho trovato una vaga familiarità. 


Mi piace quest’Officina Giovani di Prato, situata in centro città, grande, tappezzata di bellissimi murales, aperta a un pubblico eterogeneo, polo creativo che, a differenza di quel che accade a Cremona, comunica davvero con i suoi giovani, mettendo a disposizione spazi e risorse; certo, forse è un punto di vista parziale, il mio, ma si dice: l’impressione iniziale è quella che conta. Invito le amministrazioni malate e i sedicenti curatori dell’arte a dare un’occhiata a queste realtà invece di professarsi santi e lamentare che gli artisti non ci sono, quando poi fanno di tutto per sminuirli, burocratizzarli, archiviarli, spacciando il tutto per un atto di formazione, ma in definitiva allontanandoli dai centri del potere e alimentando la sfiducia negli uffici preposti alla comunicazione e alla creatività.
OMBRE come l’ombra dell’arte nella penisola oggi.
OMBRE come l’ombra dei soldi che non ci sono, non servono, ma dovrebbero servire, anche per chi fa quello che fa senza la pretesa di guadagnarci sopra.
OMBRE come l’ombra di un futuro che somiglia al passato, si rifugia in esso, perché nel futuro c’è poca speranza.
OMBRE come i protagonisti di questa mostra-evento, a cui sono lieto di essere stato invitato: Alessio Berti, Andrea Malcontenti, Cecilia Calosi, Comitato di Salute Pubblica, David Ferracci, ETA, Federica Pavarelli, Francesco Battaglini, Giacomo Gori, Greta Xella, Ilaria Giolli, Ilaria Innocenti, Letizia Mascagni , Mauro Pellegrini, Rafael Vindigni, Ribbon, Savina Mezzetti e Raffaele Renzo, sperando di incontrarli di nuovo tutti, un giorno, o di vederli nella SPECIE DI SPAZIO, a Cremona.
Grazie ai curatori dell'evento per avermi invitato, loro di sicuro saranno un po' meno ombre, d'ora in poi: Caterina Ribbon Nasini, Federica Pavarelli, Ilaria Innocenti e Alessio Berti.
Ricordo che gli eventi della STANZA SEGRETA continuano fino al 31 marzo, mostra compresa. Per maggiori informazioni potete consultare il blog ufficiale, oppure questo link, e anche questo, in cui trovate citati i nomi dei fotografi, dei videomakers e potete divertirvi ad abbinare un nome a questa o quella faccia. Le foto della Cura come al solito potete trovarle tutte qui, che la collezione non si ferma mai...
DCF



Buona fortuna a tutti. E a chi resiste va una canzone, quella di Vladimir Vysotsky NON E' ANCORA FINITA.