lunedì 9 aprile 2012

RISENTITE SPONDE, ODISSEE NELLO SPAZIO, SFIORAMENTI DI IDEE SULL'UMANITA' ...


"mentre questo cielo d'inverno
scatena l'inferno
nell'anima
torno a sorridere..
perchè questa desolazione
è la compagnia migliore
che abbia mai potuto desiderare"
Così scrive Isidoro Gandaglia su uno dei pannelli di nero-che-dirada-nel-bianco sospesi in aria intorno a una forma umana nascosta da un lenzuolo bianco; così si riscrive e si sintetizza il percorso di Roberta Pavel e della sua amica-modella Silvia Schiavetta. Dunque: alle pareti, le fotografie di una ragazza che in parte si nasconde e in parte si concede non sotto ma in un panneggio bianco, contrapposta alla bellezza malinconica degli esterni e degli interni di cascine in rovina della pianura padana - poi, nel centro della Specie di Spazio, l'installazione di cui sopra. RISENTITE SPONDE è il titolo di questo insieme, o forse no, forse è il titolo di qualcosa d'altro.
Perchè ho iniziato con uno dei testi di Isidoro? Che volevo dire? Forse mi ha ricordato il cielo uggioso del giorno dell'inaugurazione, il vento e il freddo liberatori, che puliscono la città dai miasmi ammorbanti; forse perchè si parla di desolazione, e se il riferimento è ai luoghi del silenzio e del ricordo, ai ruderi, dove ci si rifugia quando si vuole scappare dal rumore, dalla mondanità, allora io non posso fare a meno di associare la desolazione anche al nostro piccolo mondo, lo Spazio, in cui si sta bene quando si è pochi-buoni, quando si riesce a scambiare due pensieri con qualcuno senza che il più chiassoso si prenda la parola, dove nascono amori e finiscono amicizie, dove si stipulano contratti di fedeltà e dove si conosce l'amarezza dell'invisibile agli occhi. Forse il punto è proprio questo, nell'arte (si può dire arte? massì, basta che non sia fatto d'arte); forse la preparazione dell'evento che culmina nell'inaugurazione, passando per la conoscenza fra gli individui, nella meravigliosa fase dell'allestimento, è un processo accelerato di nascita-vita-morte, forse l'eggregoro dura quanto dura il momento che precede la celebrazione, la festa, che poi è la presentazione del bambino al mondo. E dopo ognuno può giungere alle sue conclusioni, discutere, forse cercare invano la voce di quella sera, il pensiero radicale libero che qualcuno aveva urlato dall'angolo, forse qualcuno ha scoperto che l'arte non è interessante, che nel nostro spazio non c'era arte, ma solo magia, e ricerca di stupore, forse qualcuno tornerà e troverà solo mozziconi di un istante perduto. Tante persone, tante vite, che danno legittimazione, ma anche tante occasioni da prendere o lasciare.
Ma, come dice Isidoro:
"la speranza si accende
negli occhi,
e come fiamma divampa!
una nuova forza si fa largo dentro me...
ora posso vedere chiaramente l'orizzonte
consapevole di poterlo raggiungere"
Ogni momento collettivo, culmine di un momento intimo, condiviso con pochi, e barattato per il pubblico, è un momento importante, sia per chi è un navigato mestierante dell'arte sia per chi sta solo sperimentando se stesso in un mondo di idee ancora senza controllo. L'opera resta lì, da sola, quando tutti se ne vanno - un manichino imprigionato da parole che cingono uno spazio circolare, una ragazza che guarda fuori dalle stampe fotografiche in cerca di un volto che la osservi di rimando - resta là fino al giorno settimanale d'apertura, resta là in attesa, sulle sponde del tempo. Che sono risentite, ma non si sa perchè.
DCF




Sopra: Isidoro Gandaglia; sotto: Roberta Pavel e Silvia Schiavetta - ultime fasi dell'allestimento


 



In alto: foto di Roberta; sotto: uno dei testi appesi di Isidoro; a seguire: "scorci" di RISENTITE SPONDE

Sopra: Roberta Pavel; sotto: Isidoro Gandaglia


I "papiri" di Isidoro Gandaglia, andati letteralmente a ruba - nel senso che le copie da consultazione sono state selvaggiamente depredate...



Momenti di inaugurazione...ma il video è più esaustivo
RISENTITE SPONDE come 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO in un'ispirata interpretazione di Andrea Parisi
Il "cielo d'inverno" che ha accompagnato la giornata inaugurale...
  Come al solito, altre foto sul nostro flickr.

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